Dieta ed alterazione del comportamento alimentare

E’ possibile che una dieta non bilanciata possa causare alterazioni nel comportamento alimentare e nel rapporto con il cibo?

La necessità di una dieta sana ed equilibrata è legata nei Paesi occidentali a ridurre l’incidenza delle malattie cardiovascolari causate in primis dall’abuso del consumo dei grassi saturi. D’altra parte non vi è dubbio che si sia verificato anche un aumento del consumo dei carboidrati complessi e raffinati a discapito del consumo di frutta e verdura. Tutto ciò ha portato ad un aumento dell’incidenza dell’Obesità già negli adolescenti.

L’attività fisica e il controllo del peso corporeo attraverso l’ausilio di una corretta alimentazione e il monitoraggio di uno specialista addetto ai lavori, rappresentano la risoluzione al problema.

Non appena si parla di “dieta” molti pensano subito ad un tipo di alimentazione rigida e piena di regole e misure che permette di dimagrire.

Spesso per ottenere risultati più veloci ci si rivolge a diete drastiche iperproteiche, stressanti dal punto di vista fisico e soprattutto psichico ed emotivo.

La dieta risulta spesso essere il primum movens nella genesi di un disturbo alimentare: le adolescenti che si sottopongono a regimi alimentari restrittivi presentano un elevatissimo rischio di sviluppare un disturbo alimentare sicuramente maggiore rispetto a coetanee che non seguono una dieta.

Gli adolescenti ed i giovani in genere cercano la conferma della loro identità individuale mediante il riconoscimento nell’altro e spesso le bambine se interrogate in merito, esprimono paura del grasso manifestando il desiderio di iniziare una dieta.

Le linee guida per la popolazione italiana consigliano di assumere il 10-15% di calorie sotto forma di proteine, il 25-30% sotto forma di grassi ed il 55 -60 % sotto forma di glucidi.

 

Il compito dello specialista sarà quello non solo di ripartire calorie e nutrienti in modo adeguato al sesso, all’età, alle abitudini di vita e all’attività fisica svolta, ma soprattutto di monitorare le variazioni di peso nel tempo.

La BIA (bioimpedenziometria) fornisce oggi un valido strumento in quanto permette di valutare la perdita di grasso nel tempo ed eventualmente correggere eventuali perdite di massa magra che possano costituire una causa importante non solo nella diminuzione del Metabolismo Basale, ma soprattutto nella ripresa del peso perso.

Perdite eccessive di massa magra possono causare altresì nei soggetti adolescenti apatia, stanchezza, affaticamento persistente e variazioni nel tono dell’umore alla base dell’insorgenza dei disturbi alimentari.

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